Le donne di Centocelle scarrozzano i pupi in salita su passeggini che derapano tra le buche dei marciapiedi e le cacche arricciate dei cani. Guidano con manico grintoso queste femmine che ti appiattiscono al muro con uno sguardo secco quando le incroci agli angoli del boulevard dei Castani.
Alcune monologano, arringando con quel bel vocione e lo slang la propria pargolanza sonnecchiante, che da pochi mesi appena istupidisce lo sguardo innocentizio sulle luci gassose del mondo.
Altre, le vedi che mollano bestemmia e passeggino al negoziante lì vicino e scattano peggio di Husain Bolt dietro altri ragazzini usciti di scuola.
Urlano come camionisti superati a destra, queste donne, promettono resti di torture da consumare tra le mura domestiche.
Intanto menano fendenti spezza-reni ai disgraziati figli, che poi uno capisce perché sti poveri ragazzini li vestono come omini Michelin, sono forme arcaiche di giubbotto antiproiettile.
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Vent’anni prima le donne di Centocelle, abbracciate tre a tre come piccoli stormi cinguettanti, invadono i giardinetti di via delle Betulle squarciandosi le gole stonate con le note di una qualche Pausini che le introduce al futuro.
A quel poco di vita pallida dei ragazzi che fanno muro altrove, a un romanzetto di attese eterne, a doloretti che giurano lacrime ogni sera sotto lo stesso portone, un maledetto Moccia per sempre.
Di queste in effetti non sai cosa pensare, se consideri come sfacciatamente ti sfiorano facendo tintinnare le catene sui jeans sdruciti, come ti squadrano da volti di trucco pesante e sforacchiati dai piercing.
Le pischelle di via delle Rose sono pazze come tutti gli adolescenti, perfettamente in grado di annientare qualsiasi ragazzetto tremulo di pari età stendendolo con il terzo occhio di un ombelico scoperto, con lo sberleffo del tanga che paraculo si svincola ad arte dalla vita bassa bassa.
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Quarant’anni dopo le donne di Centocelle rifioriscono nelle serre di carne abbondante, risorgono dal giaciglio autunnale di un marito il cui stanco zufolo riprende vita, ipoteticamente, solo in presenza di Totti che ancheggia su Sky sport.
Si prova una sincera ammirazione sportiva per queste toste femmine incrollabili che pattugliano il mercato di piazza dei Mirti procedendo dritte in mezzo al marciume dei cavoli e delle zucchine e dei ragazzini usciti da scuola che fanno caciara.
Fendono la folla come rattoppate navi scuola della vita, loro, sguardo fiero d’orgoglio coatto, zinne imprigionate in top di leopardo su contrappesi di culi spinti a fatica dentro surreali mini di tigre.
Ti guardano fisso certe volte questi donnoni iperreali che sarebbero piaciuti a Fellini, nell’anonimato dello sguardo vago che tutto consente, ti vengono contro giocandosi negli occhi una sorta di estrema sfida virtuale.
Affretti il passo inconsapevolmente, invece tu, che non reggi la caratura relativa, perchè sai che forse, in un mondo senza conseguenze, qualcuna di loro, alle soglie dello scivolo pensionistico, potrebbe saltarti addosso sbrigativamente urlando come una Ninja-Jane dell’ora estrema.
Descrizione vivida e incredibilmente divertente! Sembrava di vederli quei top leopardati su minigonne zebrate… A volte queste donne incutono veramente timore!
Eh, c’è la capa del negozio di elettrodomestici usati col vocione da Sandro Ciotti che meriterebbe un racconto lei da sola…grazie del passaggio!
“forme arcaiche di giubbotto antiproiettile”
ahahahahah! fantastico
Amo certe circonvoluzioni infra-etniche del mio quartiere popolare 🙂
notte ape
si le conosco le donne di centocelle, toste, ma pure gli uomini…
Dai! Non è che stai al Pigneto, eh? 🙂
Gli uomini?? se uno Googla escono i Centocelle dream men che ballano in perizoma ahahahah..
Negli anni 60 e 70 c’era una delle centrali della mala romana qui, poi le Brigate Rosse, ha una storica anima Noir questo quartiere (che amo) vivibilissimo e pittoresco
bacino e notte a te
No non abito a Roma, ma quel quartiere lo conosco bene. Ci sono stata molte volte, abitavano lì miei cugini e uno di loro è stato compagno di scuola di alcuni ragazzi che poi sono entrati nelle BR. I miei zii erano insegnanti in quel quartiere e anche loro sono stati in contatto con alcuni di loro. Era un quartiere forte e duro, violento e ricco di fermento, si proprio in quegli anni di lotta e contestazione. E’ tanto tempo che non ci vado, ma lo ricordo bene e ricordo quei ragazzi, che ho conosciuto e frequentato. Molti di loro hanno fatto una triste fine, purtroppo…
Bacino a te
Pan
Subito dopo la guerra, gli abitanti di San Lorenzo bombardato furono trasferiti nei palazzoni popolari di via Tor de schiavi. Qui le donne, autorganizzate per sopravvivere, tenevano vere classi di formazione al taccheggio nei primi supermercati.
E’ parecchio che medito di scrivere un reportage sul quartiere.
Buona giornata Pan
Se lo farai, mi piacerà leggerlo sicuramente. Ma sai che i miei zii abitavano proprio in via Tor De Schiavi??? piccolo il mondo, eh?
Buona giornata, un abbraccio
questo post mi mette tristezza, non so perché. c’è una pseudo-femminilità ostentata con tacchi, mini leopardate e top due taglie più stretti, di donne che hanno rinunciato alla dolcezza perché indurite dalla loro stessa vita.
ma anche certe mie coetanee dei Parioli (che la vita dura non sanno proprio cosa sia) si conciano con lo stesso identico look (ma griffato) delle donne di Centocelle, e litri di profumo nauseante che, se non le conoscessi di persona, potrei anche scambiarle per delle porno star a fine carriera.
anche loro alle prese con zufoli stanchi, però…
Baronessa, interessante la piega con cui stira il suo commento, alziamo veli su sepolcri imbiancati che riguardano tutti, in effetti, caricature a parte.
Lei pensi che abitai tre anni (’94-’96) a via GB Benedetti 3, piccola traversa del grande Buozzi. Ho in canna da un po’ anche un pezzo pariolino. E che lavoro oggi alla fine di via Paisiello :-.)
A tempo perso, se le andasse, c’è un caffè pagato per lei.
a dire il vero, la mia mamma nacque in viale Glorioso che non è esattamente ai Parioli ma a Trastevere (come Lei ben sa).
adesso vivo in Sicilia ma capito abbastanza spesso a Roma, per lavoro e per diletto, e bazzico proprio in via Paisiello, nonché in via Civinini.
La prossima volta che verrò su, sarò felice di prendere un caffè con Lei.
A presto, allora!
tragi-commedia all’italiana. Una cosa è certa, anzi, due: 1, io, al pensiero di te che osservi e registri così meticolosamente e audacemente, mi intimidisco all’idea di poterti passarti davanti; 2, hai un ottimo occhio. Saluti!
Grazie cara, anch’io appongo le mie due: 1) io ste scemenzuole le scrivo, ma non credere che passare davanti alla maggioranza degli uomini, soprattutto di mezz’età, sia esperienza diversa 🙂
2) anch’io, carico dei miei difetti, passo continuamente sotto gli occhi delle donne, che sviluppano altre trame, probabilmente, ma sviluppano…accidenti se sviluppano!
e me ne scappa una terza, scusami: forse non l’ho reso bene a parole, ma una delle intenzioni del testo era di testimoniare una “prossimità affettuosa” alle donne di centocelle, soprattutto alle 15enni e alle 60enni (Yourcenar docet, appunto) 🙂
hai reso bene, hai reso bene
bella descrizione, belle immagine.
Ottimo neorealismo. Bravo
E chissà quante ne hanno passate, dai 15 ai 60.
Quando ci si abitua alle bastonate, ci vuole poco ad imbracciare un bastone….
Dove è scarsa la cultura, le donne se la passano peggio, certamente, soprattutto nella mezza età. La Gulabi gang indiana è un bel movimento attivo e non-violento, ma sui media si parla solo dei particolari delle violenze efferate.
Chi si incarica di proporre e imporre altri modelli?.
Mi piacciono i tuoi reportage perché sono veri! Descrivono esattamente alcuni scorci del nostro Paese e leggendo il tuo racconto sembra proprio di essere lì a camminare frettolosamente sul marciapiede con le buste della spesa in mano, sperando che la donna-Caterpillar in questione non ti schiacci il piede con il suo passeggino da combattimento! Per questo ti comunico che ho voluto premiare il tuo blog nei “Beautiful blog award” per il tuo impegno nel curare il tuo sito!
Ecco il link : http://langolinodiale.wordpress.com/2013/02/16/blogger-award/#comments
Ciao!
Ciao Ale, grazie di cuore 🙂
dalle cacate arricciate dei cani alle zinne intrappolate in top di leopardo, trovo che hai curato questo post con un’attenzione spasmodica, esatta. Mai stato a Centocelle ma tu mi ci hai portato. ml
Thanks, buddy.
Se mai passassi da roma fatti sentire che ce le andiamo a gustare dal vivo 🙂
d’accordo 🙂
Bello questo post!
Leggo tra i commenti che hai in mente di scrivere un pezzo sui pariolini.
Attendo fiduciosa e incuriosita.
O lo hai già scritto e non lo trovo?
🙂
no, ce l’ho ancora tutto in canna, si tratta di trovare il tempo 🙂
Ok!
🙂