Il loro volo veloce e strano

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In un solo giorno una femmina può deporre 100-150 uova di un intero ciclo e tale operazione può ripetersi fino a 5-6 volte in un anno.

Alcuni ricercatori ritengono che in una sola ovodeposizione si possano produrre fino a 800 uova, altri che una sola coppia possa dar vita fino a 4/5 miliardi di individui l’anno.

Federico Bini finì di leggere, di scrivere, poi di rileggere e aggiungere e correggere e chiosare. Fece fuori la pagina web senza salvarla, con un movimento fulmineo della mano destra. Sottolineò l’azione con uno scatto all’indietro della schiena a rivelare un piacere sottile come un soppiatto, una faccenda di cose più grandi che vanno in malora senza che si abbia davvero l’inclinazione a fermarle.

Da giorni ormai, l’ufficio era sommerso da ogni forma di reclamo possibile, richieste pietose d’aiuto, esternazioni di scandalo, insulti feroci, minacce di denuncia penale e di passare a vie di fatto.

Federico spese qualche ulteriore minuto a rispondere in posta elettronica una pioggia di:

Scusateci, provvederemo al più presto.”

Lieti che abbia scelto il nostro servizio…un cliente, è un obbligo pendente!”

Acquisti il nostro Bonus spray Killer, più né ammazza, più si ricarica!”

Federico si dispiaceva sinceramente, in una parte di sè lontana come l’eco del Big Bang, di non poter fare di più e di meglio per i suoi clienti. Poi, come ogni tanto, ma sempre più di frequente, si dimenticava del tutto di spingere l’Invio.

Caratteristici sono gli occhi composti (ocelli), con circa 4000 sfaccettature, a sottolineare l’acume visivo della mosca.

Pur non riconoscendo lo spettro dei colori, risultano più sensibili alla luce con breve lunghezza d’onda e, se disturbate, si dirigono verso il blu e i colori affini, mentre se sono lasciate in pace preferiscono i colori scuri come il marrone.

Malgrado tutto se lo prendeva a cuore il suo lavoro, Federico, benchè nel corso degli anni fosse precipitato a vite nella scala societaria verso il purgatorio dell’Ufficio Reclami, un posto snobbato da tutti, dove anche i liquami del Mobbing piovevano ormai in uno stento che lasciava ben sperare.

Ogni cosa avveniva in una stanzetta giallastra da niente, piccola, oscura, messa in una quarantena architettonica del livello di un piano terra che affaccia sulle scale d’emergenza arrugginite della Sessantaquattresima East, dove l’unico spaccio possibile è quello di un’umidità preindustriale, tenace come la grinta di uno sbirro idealista.

Canzoni non se ne facevano quasi più, così era un jingle di chissà cosa a intrattenere la mente di Federico nei momenti della giornata in cui scappa di canticchiare.

La mosca fecondata cerca un posto adatto ove deporre le uova, cerca un substrato ricco di materia putrefatta, fermentata: ricco di umidità e di sostanze organico-proteiche.

Pochi minuti dopo il Bini viaggiava in Taxi, sognando duro contro il finestrino fumè oltre il quale un traffico da emergenza bovina esprimeva tutta la sua tracotanza feroce minore.

In realtà, ogni cosa avveniva lenta e silenziosa, in due ecologiche dimensioni di striscio, riflessa sulla sua lucida fronte di poppante d’avanguardia.

L’ufficio della Direzione Centrale, intanto, se ne stava beato per i fatti suoi al sole caldo di un 300esimo piano che brucava l’aria pulita, mollemente affacciato su Battery Park e il canale dell’Hudson, godendo la lontana prospettiva di una Miss Liberty che issava in cielo il suo orgoglioso cespo d’insalata pietrificata.

Federico sprofondava lietamente in una bel sacco-poltrona di realpolitikstirolo, così come veniva affettuosamente chiamato lo stile, un design tipico degli anni 70, prima che cadesse the Wall.

Il Boss aveva sempre da fare, da che mondo è mondo e probabilmente anche oltre, un’attesa e una scocciatura infinita, certamente, ma la volta che venivi chiamato sul serio nell’ufficio stratosferico su al 300° tuttovetri eri disposto ad abbozzare tutto come una nonna ubriaca al volante.

Perché c’era davvero di che giovializzarsi, come la minchia eretta di Santa Claus.

Se la matrice si raffredda le larve penetrano sempre di più al suo interno. Il periodo larvale consta di 3 stadi. La cuticola abbastanza resistente, dapprima bianca, in seguito ingiallisce e, in prossimità della pupazione, diviene più scura a motivo delle riserve di grasso che vanno accumulandosi.

Si udì forte lo sbattere dei calici, si notarono braccia levate e grida di giubilo, si intuirono chiavi e sorrisi e circostanze.

Un Federico Bini torpido e intimidito, sprofondato ancora nell’espansione morbida e materna della poltrona franata, guardava il Boss e gli altri Bravi come un Joe Pesci asfittico sfrattato dall’acquario.

Le prospettive apparivano decisamente buone, sempre più clienti esternavano cumuli di lamentazioni, il fatturato montava a palla, il lodevole front-office del Bini lavorava con la giusta dose di sfaticatura ambigua, perciò gli elargirono un encomio solenne, forse addirittura gli prospettarono una promozione.

Poco dopo il Federico, che era stato sollevato di peso dall’entusiasmo comune di un party improvvisato, starnutì pesante contro lo specchio dell’ascensore che portava tutti al Top Floor per gli stuzzichini e il Moet Chandon delle 12.

Una bolgia di schiamazzi lo avvolgeva nello stretto di appena due metri quadri. Nessuno vide la sua mano vergognosa cancellare di soppiatto dallo specchio gli orribili schizzi di muco.

Bini, invece, fece in tempo a vedere la propria testolina pelosa scuotere un attimo la trombetta gasticolfattiva innervosita. Le porte s’aprirono di scatto e ognuno fu vomitato sul largo bianco della terrazza.

A Federico diedero semplicemente uno spintone verso il vuoto, che provasse a volare dunque, giacchè dichiarava di essere più che pronto a un avanzamento.

E mentre tutte le cifre ricominciavano a fare cassa rumoreggiando all’unisono dentro i cervelli della Direzione Centrale, in fondo alla prospettiva, verso Staten Island, qualcosa di grosso volava ronzando come un muratore sardo, di notte, quando le adenoidi e il vino la fanno da padrone.

Le ali battono velocemente con 2-300 battiti al secondo e permettono un discreto volo, nell’ordine di 7-10 Km all’ora, il loro volo veloce e strano, con angolature impossibili e virate è al di fuori di ogni legge aerodinamica.

Il coleottero gigante, in fondo alla visuale, si posò maestoso sulla testa invecchiata di Miss Liberty.

Il gesto fu privo del rumore naturale che accompagna solitamente la pietra quando si spezza di netto, come un tramezzino ingiallito fuori dal cellophane, in un baretto smandrappato di periferia.

Il coleottero vide il cespo d’insalata, appetitoso, a due centimetri appena dal proprio trombone gastricolfattivo eccitato. Fu veramente un niente farne morso veloce e poi un boccone e ripartire scarburando altrove.

Intanto, per le strade le piazze delle città di tutto il mondo, una folla di straccioni privi di senno si contendevano a dentate le poche risorse che il mondo seminava ancora a pallottole dall’alto.

Per tenersi su i nervi, tutta la folla di labbra composte, parallelamente, faceva AMEN a voce alta.

E davvero non c’è un cazzo d’altro da registrare.

Una gragnuola di ossi d’oliva sputati piovono nell’Hudson.

Tra le nuvole, forse, tintinnio.

 

23 risposte a “Il loro volo veloce e strano

  1. Mhhh… considerando che non amo i racconti fantastici, a parte quelli conditi di miele e languore, ti dirò, ho sorriso visualizzando le scene. Penserai che non c’ho capito nulla, ma nell’irrealtà della storia mi sembra tutto possibile e io, dall’alto, volando, me la rido.
    Buondivertimento anche a te 😉

  2. Tu sei bravissimo e lo dico con piacere . Ti ho scoperto da poco ma ti ho già messo tra i “preferiti”. In questo post però io mi ci sono un po’ persa. Di sicuro è un problema mio 🙂

  3. bello questo, visionario al punto giusto, col federico bini maloussen, nonché ricco d’insetti che molto c’insegnano sul senso delle cose della vita…
    🙂
    (occhio, refuso: “in una bel sacco-poltrona”

    • no te recuerdi, una volta me lo commentasti: un po’ lunghi i tagli giorgiocelleschi… 🙂 bene, è stato riscritto completamente ed evirato almeno il 50% del testo moscologico di contrappunto.

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