Bisognerebbe vivere solo d’agosto, tra questi homeless indifferenti chiusi nei cappotti che puntellano i semafori. Bisognerebbe darsi un po’ di quell’assenza priva di pena e mettersi in strada, muoversi con la densità della luce, saper come sciogliersi nel folto delle ombre insolubili. Poi la sera, dall’alto di una terrazza esposta, assumere il coro di voci delle nuove povertà che si rincorrono tra finestre. Si fa vacanza nascosti in casa, ognuno credendo alla propria speciale solitudine, senza sapere che tutti diventano quella ragazza concitata che snocciola all’amica tariffata le costose tregenda dell’Erasmus, che senza sforzo si è per forza quei tre dannati marmocchi del piano terra, i residui di quelle zuffe ingestibili che genitori stanchi lasciano accadere, nell’incertezza del punto di catena, in loro, fra loro, oltre loro, cui vada attribuito lo strappo demoniaco.
nel prossimo post sul ferragosto romano, puoi citare anche me….
🙂
mi dispiace, se ti accontenti di una citazione in piedi vicino alla porta vedo quello che posso fare, non è che speravi di prenotare così, in agosto..:-)
accetto il last minute!
io sono Ginevra, 4 anni, un giorno annientata psicologicamente dal padre e l’altro giorno dalla madre. buone ferie, occhiverdi
E alle due di notte Io so’ Zurigo, ci ho la Harley sbrattata, ammazza quanto so figo!