*Creatives* – Una Spia nella Casa della Scrittura, il Prequel

Tarzan_the_Fearless_01In principio fu il verbo, non si discute. Certamente è stata la scintilla che mise in moto l’universo, appena dopo che il primo sostantivo si svincolò dalla grande madre nulla col problema di quel punto interrogativo che lampeggiava nell’oscurità; in sostanza, a quale diavolo di materia-identità fosse più opportuno dare seguito e corpo.

Furono gli avverbi a permettere all’uomo-tarzan di slanciarsi dinamicamente nella foresta del possibile, molto tempo dopo, per ultimi vennero gli aggettivi, i trucchi che giunsero infine a connotare gli oggetti nell’era della decadenza dal flusso naturale, quei maledetti pesi estetici che crearono lo specchio dove poggiare l’immagine del demonio, almeno così la pensano alcuni Editor e quasi tutti gli insegnanti di lettere delle superiori.

Non si scherza con la scrittura, è una cosa di cui ti rendi conto solo dopo diversi anni che la usi, quanto la scrittura abbia un carattere indipendente e sopporti a malapena di sorreggere i tuoi diari esistenziali, i dolori con cui cominci a scrivere da piccolo, i flussi residuali della tua coscienza volitiva che si fa strada e che in genere non interessano oltre la cerchia ristretta dei sodali che si rispecchiano in te.

Ti coglie di sorpresa, la scrittura che vedi in trasparenza nella mano, ti è salita sulla schiena con una forma di cecità verso ciò che ti riguarda da vicino e se ne sta andando lontano scansandoti con poca grazia, usa il tuo braccio come una mazza o come un archetto, punta comunque a qualcosa che scopri di non sapere ed esce da te. Sei caduto in un tritatutto, risucchiato da un’ebbrezza che trasforma i pensieri in incipit ben formati, i tuoi amici in personaggi di storie vere o inventate, gli ambienti che frequenti in pericolose scatole metaforiche tra cui perdersi, col pericolo che un giorno il mondo possa mandarti una cartella Equiesistenziale dove ti si dichiara la morosità verso il collettivo e i buoni sentimenti, dove ti si fornisce pre-stampati i bollettini periodici di solitudine con cui devi necessariamente saldare i conti.

Ecco ciò che va augurato a chi s’è messo in testa di “scrivere”, perchè finchè non siete sullo strapiombo di questo versante vi si pregherebbe di lasciar perdere o di non rendere pubblico niente, piuttosto, il mondo è già sufficientemente gravato di inutile carta e ciò che avete da dire voi è già stato detto infinite volte e meglio. Val la pena piuttosto coltivare un nervo se serve a divenire altro da sé, ad essere posseduto da una visione, da qualche forma di fuocherello inestinguibile, è solo questo che salva una scrittura dal fango del -luogo comune-.

Dimenticavo: tutto questo avviene solo se accettate di scrivere delle merdate anche per anni, credeteci, imparate a tollerare il fatto che tutto l’Ego grezzo che producete, insisto, non interesserebbe nemmeno vostra madre, se la prendete quella sera che è rimasta sola con la boccia del Cointreau a fare i conti con le verità essenziali della vita.

E’ solo allora, forse, in concomitanza col trasloco dell’identità dell’autore dal chiaro dei contenuti all’alchimia delle strutture narrative, al centro di una febbre che spacca le labbra, che si può parlare di letteratura, di “stile”, di quella parolaccia troppo abusata che si dice: “cifra”.

Ora io dighe una poesie”

San Francesco parlava agli uccelli, Jessica Rizzo pure”

-Brunello Robertetti-

(cercatelo su Youtube, se vi manca)

Il cerchio si chiude, ciò che di sé s’era perso con l’abbandono della tassa egoica ritorna come espansione dell’essere nel logos. Qualcuno è morto di illusione e alcol e solitudine, nel frattempo, i più furbi hanno ragionato e fatto l’amore compulsivamente per rimanere attaccati alla realtà e/o all’establishment letterario; per chi s’interessa di letteratura mainstream, oggi, non c’è alcuna differenza tra i due concetti, la realtà produce establishment e viceversa, con grandi aspersioni di liquidi seminali -ad ingraziandum-.

Il binomio sesso-scrittura è inscindibile a certi livelli, per le donne e per i maschi sensibili può essere diverso, d’accordo, giochiamo a sostituire la parola sesso con seduzione o sentimento ma il binomio non crolla affatto, è sempre il divino Eros che canta dal profondo dei secoli sull’irresistibile trenino della scrittura.

Ecco, se il Savianofazio non l’avesse adeguatamente bruciata, userei la parola “narrazione”, questa è la mia personale, il laboratorio di scrittura che sognavo di tenere sta tutto dentro queste quattro evoluzioni concettuali, se non se ne é accorto nessuno è anche meglio, avrei altrimenti dovuto giustificare tutto il desolato nulla che rappresento.

Dieci anni fa andai a un incontro “illustrativo” di un laboratorio di scrittura con alcuni Editor professionisti, andammo io e un’amica, una con cui giocavamo a fare gli scrittorini rampanti, sono errori di gioventù, che volete; erano i primi racconti, io mentivo spudoratamente sui miei piaceri di leggere le minchiate che scriveva lei, lei chissà, sulle mie forme barocche d’ignoranza. Nemmeno ci fecero sedere in sala che già spararono il costo esorbitante della storia, ma ciò che ci rese nulli, oltre che poco interessati a iscriversi, fu il fatto di scoprirci non interessanti affatto, noi stessi in primis.

Ci dissero che eravamo nessuno, senza nemmeno una lontana tossicodipendenza, senza un fratello Down e una madre mignotta, senza l’ombra di alcun pretonzolo che ci avesse mai inchiappettato, che cazzo avevamo mai di notevole da raccontare.

Ci guardammo, io e la mia amica nessuna, la voglia di scrivere come quella di sdraiarsi dal dentista, ma loro almeno erano stati chiari, e noi incapaci anche di prenderci a schiaffi, fossimo stati furbi l’avrei dovuta portare di corsa sull’appia antica per stuprarla e lei vendicarsi il giorno dopo mandandomi il canaro della magliana in licenza premio sotto casa.

Così va una buona metà del labirinto editoriale, una cosa che potremmo definire la colonna BarbaraD’ursiana del mainstream culturale. L’altra metà è ben presidiata da una sostanza scura, complicata, che si crea nello sfregarsi tra quanta aria riuscite a farvi intorno mediante le relazioni e alcuni muretti di contenimento logico-organizzativi, le famose regole del sistema, che vanno intese sia come canoni di autorità editoriale da cui non si deroga che come modelli del logos, della scrittura intesa come forma di comunicazione commerciabile.

Siamo alla buona novella per tutti: che abbiate nulla da dire, per questa seconda metà del mondo, non è affatto una tara, anzi, garantisce miglior margine di manovra al sistema che vi ingloba, rappresentate benissimo la mass bovina mediana che pascola in libreria sotto le feste. Ecco perchè, infine, forse io stesso potrei avere qualche possibilità di emergere con il soave esprit delle mie nullità, con la mia narrativa intimista popolata di Jeremy Irons periferici, con mio padre che ha fatto l’impiegato triste tutta la vita guidando a quaranta all’ora una fiat 128, modello Rally (era il fatto che avesse la versione Rally, in particolare, che mi spezzava).

E dunque mi son messo alla prova qualche tempo fa. Erano due anni che non scrivevo, peggio di così non mi farà, mi son detto, un bel laboratorio di scrittura creativa, tenuto da una Editor vera. Mica cazzi.

-continua-

14 risposte a “*Creatives* – Una Spia nella Casa della Scrittura, il Prequel

  1. in principio è sempre un gran pianto, e temo che sarà lo stesso anche alla fine. nel frattempo ci diletteremo con delle buone scritture e con qualche cagatella travestita da buona scrittura. che dici, se po’ fa?

  2. Visto che hai citato l’immenso Brunello mi permetto di riportare qui alcuni – tra i più “profondi” dei suoi versi
    “non faccio più come prima facevo
    non cerco più la donna appariscienti
    cerco un anima sensibili
    culturale, curiosa del mondo circostanziale…
    …non cerco più la maggiorata fisici
    cerco la donna intelletta, cervellare
    non cerco più l’occhio chiaro
    il petto sostantivi
    la natica brasiliano
    cerco una donna intelligente,
    psonalità, cultura…
    …e speriamo che c’ha una amica bona!!!”

    Tu prosegui, sono curiosa come una scimmia 🙂

    • per me, se gli amici -poeti- non insorgono, si può citare l’opera omnia del Robertetti.
      Benchè il Nostro appaia sempre un po’ Lorenzo 😀
      la presente citazione è..Esatta!
      tutti curiosi, nemmeno uno che mi scambi per un cazzaro “originale” sniff.. 😦

  3. prosegui, prosegui, Alex.
    “…la realtà produce establishment e viceversa, con grandi aspersioni di liquidi seminali -ad ingraziandum-.”
    bello, Alex. 😉
    te lo scrive Gelsy con la febbre alta.

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