«Dovevate perciò rendere orribile il vostro bel mondo ordinato,
affinché questo vi guastasse il piacere di vivere troppo fuori di voi.
(C.G.Jung, Il libro Rosso – Liber Secundus, pag.116)
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Non c’è poesia e non c’è prosa, ci sono autori e molto altro, ci sono condizioni di spazio mediale che ne determinano la profondità incidente del segno, c’è una società di umani pressapoco che gira il timone delle cose del mondo, intorno. La dimenticanza e la riduzione a caos colpisce tutti, pochi autori si raccolgono in pacchetti di grida che escono nel reale tangibile, salgono e scendono tra cielo e terra mostrando una possibilità, un percorso, una luminescenza di veglia che sta dietro le parole ben appostata nei modi, nel respiro, nelle ferite che si coltivano come fossero orchidee e come se queste non fossero che da svendere.
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-Al nostro zoo oggi-
al nostro zoo oggi ghepardo ghepardo dove…
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