Ho alzato il volume della radio mentre la pioggia si trasformava in grandine
Faceva un suono come di mille bersagli sfondati
Di là, tu smorzavi l’acqua della doccia
Ho sentito i piccoli tonfi dei piedi che cercavano l’equilibrio e un suono leggero di cotone e pelle strofinata, forse l’ho solo immaginato
Ho spento la radio e ho osservato la grandine che si scioglieva di nuovo in pioggia
Due ore dopo si è fatto largo un piccolo sole imbarazzato tra le nuvole lontane
Pensare che non c’è alcuna differenza tra ora e dieci anni fa
Se guardo il tuo sonno scomposto attraverso le palpebre chiuse manca solo qualche dettaglio
La luce si sfiocchetta e sgrana lungo i bordi, un grande diaframma fa crollare la prospettiva
Ma in ogni modo tu rimani a dormire nelle mie spalle e io sulle tue
Con quali dita di velluto veniamo a sentirci la fronte
Pensarla come il gatto che dorme, lasciando un sorriso sospeso a mezz’aria
Che piove che grandina che esce di nuovo il sole
E a noi non resta molto più che questo
Osservare
Prendere nota delle ombre
Come mutano lunghezza e angolazione seguendo il ventaglio dei mesi
Poi il ventaglio si richiude
Ho accavallato le gambe
Ho cercato la radio con un gesto alla cieca, sperando che tornasse la pioggia
ah, ma allora è revival 🙂
pensare che non c’è alcuna differenza tra ora e dieci anni fa. che la meraviglia resta meraviglia.
che spero tu continui a piovere.
non lo so che è, dentro ho come una radio accesa che non la smette di parlare, non so se ho voglia di tradurre per il blog, nella vita avrei dovuto fare il predicatore latinoamericano da asporto, ce ne sono a mazzi nei mercati e nelle strade laggiù.
sono stata molto male, Alex.
e non sto bene ancora.
questa notte mi è venuta voglia di venire a casa tua.
così. non so il perché. non è importante.
e…
meraviglia!
e che torni la pioggia…
Love
Gelsybel
la tua pioggia!
grazie del pensiero, gelsybel
grazie a te!
mi hai dato emozione.
🙂
una brevissima comunicazione in una mia mail per te!:-)