Ho capito dopo che c’era un titolo forte in quella scena, non parlo di Sergio Leone e forse nemmeno del resto: tornarsene sul luogo in digitale compatto a rappresentare il viale della Primavera che da un giorno all’altro risorge, viene su dipinto dalla bruttura del cemento nell’iperrealismo lucente di una mattina presto, poco prima dei rientri dalle ferie comandate.
Il dispositivo del Mito, oggi, si trasforma nel racconto di come leggevamo la realtà, pochi anni dietro di noi. Ma avrei voluto dire del tizio che dorme stabile dentro il camper, di come avvicinandoci ci siamo guardati: io a caccia d’emozioni facili, lui torso nudo con un asciugamano di traverso alla schiena, avrei voluto dire di come si frizionava discretamente la pelle lì in piedi sotto le sguardo torvo di Van Cleef, appena fuori dalla cabina.
Qualcosa di urbano ha regolato naturalmente il nostro fugace incontro, lui s’è tolto dalla visuale, io ho fatto presto per non disturbare, tra di noi c’erano sospese le parole del Buono nel capolavoro di Sergio Leone:
“Io dormirò tranquillo, perché so che il mio peggior nemico veglia su di me.”
Ciao AlexG’s,
per caso mi sono imbattuto nel tuo articolo.Mi ha colpito, stridente ed efficace.Complimenti.Apprezzo molto il modo in cui hai raccontato una situazione che io stesso ho vissuto mentre dipingevo il mio murales.Mi ha fatto sorridere. Ho pensato che in qualche modo Lee Van Cleef, man mano che si delineasse giorno dopo giorno il suo volto d’aquila, gli abbia intimato di scansarsi, perchè il tizio, è sempre parcheggiato nei paraggi, ma ha totalmente liberato la visuale.Sarebbe interessante chiederglielo…
Grazie,Un saluto.RUGG
P.s. Ho quasi completato il lavoro, se passi da quelle parti, lo troverai molto piu’ espressivo!
ma bella questa risonanza! praticamente ci passo tutti i giorni in quel punto di viale, ti faccio i complimenti doppi, per la bellezza del murales in sè e per l’idea geniale di popolare un bastione di cemento predisposto a sembrare un frame di pellicola. Credo che tutto il quartiere ti dovrebbe un grazie per l'”intervento” 🙂
dove hai incrociato questo link? mi piacerebbe sapere, inoltre, che tecnica e materiali stai impiegando e se hai in progetto altre opere murarie, t’ho mandato un fischio in finestra sociale. Salutoni a te
Hai colto nel segno il punto forte del murales, il muro.
Grazie del tuo articolo e del tuo apprezzamento.
Avevo un’idea totalmente diversa in principio, ma non avevo il muro.
Un giorno, ripassando davanti a quel tratto di strada che avro’ fatto miliardi di volte, ho immaginato, anzi me li sono proprio prefigurati, i primi piani del film; i tagli orizzontali del muro sarebbero stati dei fermi immagine dei primi piani volti della scena del duello del film IL BUONO IL BRUTTO E IL CATTIVO, la piu’ perfetta mai girata, a mio avviso. Il muro ha deciso il disegno, che poi è un omaggio a Leone, romano, e al Cinema.
A me piace l’iperrealismo, ma in questo caso ho pensato di stilizzare le immagini usando pochi colori, e non c’era bisogno di dettagliare troppo i disegni, sia per la conformazione del muro, sia per le dimensioni. Doveva sembrare un fumetto, ma al tempo stesso, seppur semplificata, l’immagine doveva restituire un effetto fotografico da una certa distanza.E’ strano, perchè secondo me l’effetto è riuscito, ma i dettagli sono molto semplificati. Pochi tratti e segni, pero’ azzeccati.
Se hai notato davanti c’è un passaggio pedonale, ed è da li che va visto, camminando, senza farsi investire!
Camminandoci di fianco, comunque il disegno non si perde mai, segue sempre le rientranze.
Ho usato gli acrilici, e questo è il mio primo murales, autofinanziato.
Ho in mente di farne altri, ho parecchie idee che vorrei rappresentare,spero presto.
I cittadini, ti assicuro, mi hanno ringraziato.E’ stato quasi commovente, accorgersi che qualcuno, non credo l’AMA, abbia pulito ed estirpato anche le erbacce da quel marciapiede, anticipando quello che avrei fatto da solo.
Scene bellissime quotidiane, chiacchere con i passanti, incitamenti dalle auto…
Il bello è questo.
Un saluto!
Effetto riuscitissimo. Anche i pochi tratti intorno ai volti rendono benissimo la distanza del paesaggio. Centocelle diventerebbe bellissima come casa del “cinema murario”. Penso a un Accattone-Citti dipinto a San Felice, sul luogo reale della scena, o anche una Magnani che corre dietro la camionetta dei tedeschi a via Montecuccoli, come penso che Roma potrebbe/dovrebbe diventare un omaggio a quel cinema che fino a pochi anni fa ci invidiavano in tutto il mondo.
In bocca al lupo per le prossime opere, e se ti va avverti in finestra che si viene a guardare e tifare.
bravo Alex e bravo Maurizio, che ha ragione: “Il bello è questo”. un abbraccio ad entrambi.