Metà delle maschere elaborate parlano francese, sono i cugini colonizzatori che calano a squadriglie con le voci alte sentendosi un po’ padroni, metà delle forme spurie che s’infilano all’ultimo nell’inquadratura della camera (e tu hai già mollato il click) sono asiatici globali dall’occhio vagamente ittico, metà delle maschere femminili ampie e fruscianti celano attempate signore che ritrovano su di sé gli sguardi ammirati dei trent’anni e ardono un giorno ancora, e questa è la metà poetica della fiera. Venezia è l’eterno decadente Narciso che si rimira, in maschera o in borghese l’ultima metà dei veneziani veri non la puoi incontrare mai.
- febbraio 2017