Lo Zoo Occidentale di Kovalam Beach

34Ci si sente come salami estatici quaggiù, sdraiati rosa e grassottelli su una pizza di sabbia calda mentre il mare sbatte sulla battigia lunghissima e dietro la linea delle palme la polizia turistica frena gli indigeni che sgomitano furtivamente per conquistare la prospettiva più utile allo scatto della fotocamera.

L’ennesima ragazza olandese s’è appena sfilata il sopra e punta dritta i capezzoli al cielo del Kerala. I maschi locali, i più audaci almeno, cominciano a costruire le storie con cui accompagneranno la mostra delle immagini delle proprie fidanzate occidentali agli amici del vicolo. Accanto a loro staziona la pipinara del resto del villaggio, manipoli di donne e bambini che si occupano di preparare le insalate di frutta con il mango, la banana, l’ananas e il coconut grattugiato sopra.

Manovrano il machete come strangolatrici Thugs, le mami, e nel frattempo urlano il loro richiamo commerciale verso di noi che di tanto in tanto giriamo lo sguardo sul traffico che avviene nel bosco di palme, indecisi su quale degli spettacoli avvinca di più, la furia naturale dei marosi o quella delle madri del villaggio.

La prima insalata che compri a Kovalam è un gesto che spendi naturalmente, col sorriso in leggerezza, non sai ancora in che razza di battesimo di sangue sei entrato, da oggi in poi madre-salad sarà la tua mami personale e non potrai acquistare altra frutta che da lei stessa, pena le contumelie della signora tradita e lo scatenarsi di furiose dispute tra donne imprenditrici.

C’è questa stranissima, unica consistenza dell’etere qui, come se ogni movimento occidentale fosse legato a molla a una controparte orientale. Levi il pareo o mostri una tetta e parte una raffica di click silenziosi, alzi lo sguardo per un nulla e la tua mami ti incrocia di lontano, ricordandoti ad ampi gesti che più tardi devi passare da lei per il coconut grattugiato. Loro che sono gonfi, infiammati di un desiderio intollerabile e noi, per cui da quando la guerra è finita e Laura Antonelli è scesa dalla scala di Malizia il desiderio ha preso la strada del suicidio consapevole e soffriamo di noie ansiose.

Noi ci guardiamo a Kovalam, facciamo economia bilaterale, scambiamo etica ed estetica, il mare ruggisce, o forse è la tetta che spacca, le insalate di frutta sono squisite comunque, e magari è tutto già in luce satolla, l’olandese tiene davvero belle zinne e non c’è niente da capire.

Maddalena ieri sera m’ha tirato un mango, il mango era maturo e ha fatto una bella chiazza arancione a muro. Era per il mio bene, sembra; l’abilità delle mami occidentali col machete retorico è leggendaria. E io che avrei voluto fotografarla dalla linea delle palme mentre si sfilava il reggiseno alla tulipana producendo un’insalata di anatemi sui paparazzi guardoni del Kerala tutti.

2 risposte a “Lo Zoo Occidentale di Kovalam Beach

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