The Love You Station

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La mattina presto fa le guance di cristallo, così entri nel primo bar stretto che trovi navigando spintoni e mezze urla a sorvolare, un cappuccino bollente e un cornetto alla marmellata! C’è una Pausini gigante che si agita inchiodata in alto sopra la Gaggia, non si capisce se sia lei a prendere le ordinazioni o cosa, rimani un po’ nell’incertezza caotica del locale come su un asteroide in picchiata, il volume è alto e i due banchisti a tratti si squarciano la gola. tu non sai cosa può fare una donna innamorata, una donna innamorata della vita come me, e io no, non lo immagino, ricordo solo una cantante che mostra la fessa su un palco in sudamerica e sono preoccupato che il cappuccino mi arrivi tiepido, buono solo per sciacquarci i piatti.

La cassiera poi è un donnone sui 50 truccata come una ragazzina ammiccante, canta mentre prende il resto a caso e il sorriso gli muore tra le labbra quando capisce che sono interessato solo ai soldini di rame, saluta a malapena, posso camminare scalza sopra i vetri e i desideri, tu non sai cosa può fare una donna innamorata una donna innamorata della vita come me, e ci risiamo, certo che te lo fanno pesare tutto l’ammore in sto cazzo di bar, sparo un Buona Giornata! Che nessuno sente, dimmi cose da non crederci portami fuori di me dentro di noi, ci mancherebbe pure, dà l’idea di uno che gli allaccino a forza una cintura dell’Isis, corro via con la sensazione precisa che uno scirocco di sbarbate pazze mi stia seguendo cantando a squarciagola come nelle occupazioni a scuola, m’infilo allora nelle segrete della Metro C come in un rifugio nucleare svizzero.

Scorrono le stazioni del convoglio automatico, è dolce e soffusa l’ipnosi collettiva che tra rumori soffici e luci calde ci prende, la voce dell’interfono è femminile e accogliente, i nomi delle fermate come un sussurro vicino l’orecchio, finchè non si arriva alla stazione Teano. C’è una scossa di sorpresa tra i corpi intrecciati, abbandonati contro i pali di sostegno, Te amo, stazione di Te amo è quello che si avverte attraverso il fruscio che scherma la voce nell’etere, la forma dialettale rafforza l’esperienza mistica. 

Guardo gli adolescenti pieni di jeans sbragati sulle ginocchia, guardo le slave dall’espressione mista tra fiore e coltello, sento i bengalesi scuri dall’odore di minestrina knorr che spandono, nessuno vorrebbe andar più via da questa voce dolce, soffusa, siamo tutti sottoterra e vorrà pure dir qualcosa che diavolo, un Te amo, Te amo station ripetuto intatto nella traduzione inglese che sembra rivolto individualmente a ognuno, sorvolando ogni bruttezza che la natura ci ha dato in carico.

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