Come spettatore scervellato dai tempi, in una pausa imposta allo streaming di Loro1, alla fine, sei costretto a uscire di casa e metterti a tifare per questo sciame straccione di Rom e Sinti che vola da un fronte all’altro del viale della Primavera, spingendo cartoni e carrozzine come in un brutto Exodus di quarta serie. Sei stufo di essere stufo, sono tanti anni ormai, e non capisci come ci si possa appassionare anche solo esteticamente alle routine espressive del post-moderno italiano. Hai messo in pausa l’ultimo Sorrentino dopo soli 15 minuti perchè la densità vacua e notturna dello sceneggiato ti fiacca e ti annoia, il film comincia dov’era finita La Grande Bellezza ed è come uno di quegli incubetti non di prima fila, un fastidio tipico delle notti di aprile in cui ringrazi di esserti svegliato, benchè sudato, perchè continuavi a rigirarti senza senso e il solo pensiero che hai voglia di ospitare è il cambio dei maledetti armadi.
Viale della Primavera, invece, è uno stradone a sei corsie dove le macchine affrontano rombando le lunghe zebre di attraversamento pedonale che spezzano l’accelerazione all’inizio del rettilineo. Su un lato del viale va in scena la quotidiana lotta degli straccioni per strappare una concessione minima di marciapiede al commercio di ciò che è stato salvato dai bidoni della spazzatura. E’ incredibile il volume riutilizzabile che cacciamo dentro i nostri sacconi vissuti, gli zingari ci sorvegliano e quotidianamente vengono qui a monetizzare i nostri post-oggetti al prezzo di 50Cent l’uno.
Così non devono pensarla i due pensionati rincagnati che pattugliamo il limite del mercato di fronte al marciapiede dei Rom, sono acconciati come sorta di pagliacci militareschi con il berretto e le mostrine che inneggiano a un concetto assai grottesco di “Sorveglianza Civile”. Tutta la funzione si giustifica per questi sguardi assassini con cui i due vecchietti sorvegliano che l’area zingara non si allarghi troppo, in attesa che stanchi vigili dal passo strascicato vengano a mettere paura agli straccioni, a farli volare di corsa sul fronte opposto del viale dove stazioneranno nervosi finchè per i Vigili non giunge l’ora dell’aperitivo.
Fai pensieri così, tra la colazione, gli armadi, Sorrentino e le immagini dell’ultimo Report, uno di quei docuverismi italiani che non fanno più impressione a nessuno, troppa è la fanga riciclata sui nostri media, i filtri sono in tilt e il depuratore etico scarica a valle di ognuno inquinando l’appezzamento del vicino che non potrebbe essere più verde, marcio. Il dato allucinato che passa qualche istante nella cabina della coscienza di Report riguarda i settantuno stabilimenti balneari in concessione che avanzano dentro il mare di Ostia. Trentacinque di questi sono responsabili di gravissimi abusi edilizi e paesaggistici e andrebbero sequestrati seduta stante, così afferma l’ex-assessore alla legalità del Comune, poveraccio, uno che da solo ha speso settimane dentro l’archivio planimetrico del litorale che è bruciato qualche anno fa e che poi si è arreso, non è più possibile stabilire le aree di competenza violate, il reato è sparito e l’assessore rabbioso si dichiara arreso, fottuto, fuori di sé al Video. Ci fosse stato Sorrentino nei paraggi l’avrebbe pure aggiunto al corifeo dei Loro notturni, sfumati, per dieci minuti almeno di pasta cinematografica grassa, satura e definitivamente inutile.
L’assessore lancia un ultimo grido prime della pubblicità, stolti siete tutti che credete che le mafie degli Spada e dei Fasciani siano il problema di Ostia, vi ho appena raccontato chi sono i veri Signori del Litorale, gente che da trent’anni foraggia i Veltroni, i Rutelli, Gli Alemanno, non c’è bandiera che si salvi. Il reato è estinto per incendio doloso, il dolore è un reato pure lui, dopotutto, e noi siamo un gregge privo di Immunità, facciamo presto a spargere il contagio tra mondi, è per questo che domani a scuola picchierò il bastardo che ha rimandato quel figlio di puttana di mio figlio. E chi cazzo sarà mai che ci ha insegnato così bene a estinguere ognuno il proprio reato, chi più di tutti Loro?
A mangiar merda tutti i giorni, come niente ci si risveglia belli Stronzi e lucidi come un Claim del ragionier Spinelli a Milano3. L’ORO. Lui spacca più di Kurtz, Loro guardano dentro il Video stropicciandosi le palle e vedono questo pezzo di copertone umano rifatto, tirato, truccato, riportato che ci domina da venticinque anni, l’istitutore del regime della falsità, pubblica e privata, uno che rientra continuamente in scena come i cadaveri demoniaci di Suspiria, uno che adesso, proprio adesso, mentre va in scena la Settima Repubblica, viene graziato da non si sa quale diverticolo delle parti intime della legge. Guardi a viale della Primavera come a una forma di riposo minore, è un grande Blob dell’indecenza ma almeno sta tutto sotto la luce del sole, fuori dagli intestini ciechi di cui Sorrentino è perversamente divenuto cantore, quindi complice.
Intanto i Sinti continuano a spostarsi tra il fronte destro e sinistro dello schieramento di macchine a viale della Primavera, i freni inchiodano, i vigili alluccano, i vecchi dell’FBI del mercato civile si rilassano e prendono un po’ di sole pure Loro. Tutta la fila dei Bar della piazza di fronte che riciclano i proventi della Camorra se ne fregano semplicemente regà, Stare senz’penzieri o Stare Sereni, che cazzo di differenza farà mai? Quando hai perso il territorio, che sia etico o urbanistico o calcistico, hai perso tutto, tanto vale appassionarsi ai puzzolenti zingari che per cultura secolare non si sottomettono a nessuno.
Non avrei saputo dirlo meglio.
Applausi.
Saludos Amigo, potevo più sinteticamente dire che Sorrentino m’agg scassat’o’cazz.
Mah.
Io ho amato appassionatamente Sorrentino quando non se lo filava nessuno, poi ho amato e amo ancora La Grande Bellezza, ma la Cultura, il Cinema, la Letteratura, amore mio, non sono più di questo disgraziato paese, o meglio, esistono ancora ma in produzioni di nicchia, artigianali. Siamo come quei pochi contadini, formaggiari, osti veri che resistono ed esistono nonostante tutto e vendono i loro prodotti all’agrimercato del sabato mattina, per chi lo sa trovare. Chissà che si possa contribuire a tenere accesa la brace flebile di un Paese perbene, pulito, con idee e persone e cervelli non omologati.
Lemons
Il Sorry che ho amato sta ne: Le Conseguenze dell’Amore, Il Divo, in parte la Grande Bellezza e quasi tutto Young Pope.
L’Italia? Culturalmente finita e non da ieri, questa è terra che ha dato tutto a partire da duemila anni fa, il grande canto del Cigno fu il Rinascimento, a occhio e croce 🙂
Cervalli non omologati si può Lemons, ovviamnete, ognuno nel privato e a piccoli gruppi creativi, le grandezze di “massa” sono definitivamente estinte.
ecco vedi, così leggendo specificamente te, riesco pure a entrarci per un attimo in questa complessa quotidiana realtà dove tutti siamo immersi più o meno consapevolmente, ma è solo perché il tuo scrivere tiene sveglia la parte di me che si è sganciata da non so più quando. Riportarmi a terra è una specie di miracolo compiuto dalla tua scrittura 😊
in verità amica mia, comprendo benissimo il tuo disancoraggio e lo condivido, ma ho un passato che a volte ritornano 😀
adoro quando trovo un tuo commento, è un contromiracolo, per me
pare che nella storia recente gli Oscar portino sfiga, Benigni, dopo averlo vinto, si è prodotto nella più fallimentare operazione della storia cinematografica Italiana: “Pinocchio”, il flop più clamoroso che si sia mai visto. Sorrentino, evidentemente a corto di idee, cavalca la tigre antiberlusconiana, tigre più vecchia e obsoleta dello stesso Berlusca, non se ne può più di sentir parlare di lui 7 su 7 h24, ECHEPPALLE.
Tra l’altro… La grande bellezza è il film più misogino mai partorito da mente umana, non se n’è accorto quasi nessuno, nemmeno gli Americani. Nel “film Oscar” Sorrentino fa a pezzi le donne, smerda il clero, sputtana la romanità, piscia sulla decadenza fingendo di esaltarla, esalta l’ipocrisia e il fancazzismo tipico capitolino. Per una simile operazione dovrebbero dargli pure un Nobel… a muzzo, non importa quale.
Musica per le mie orecchie, che sono Organi Caldi.
Il gene italico. Abbiamo lunghe sequenze di DNA assolutamente inalterabili.