Tra Riomaggiore e Manarola, il famoso Sentiero dell’Amore che richiama ragazzine manga fin dal Giappone è crollato 6 anni fa e non pare che si abbia l’intenzione di ricostruirlo, tanto le Manga continuano a venire, anzi di più. Rimangono un paio di centinaia di metri votivi invasi dai lucchetti arrugginiti di Moccia e tutto il resto: Manarola vanta la più bella e ampia darsena delle 5 Terre liguri e una lunga balconata contrapposta dove si svolgono i campionati del mondo del Selfie.
EvoluSelfie ’18 poteva darsi in titolo questo brano. Fuori dall’inquadratura della foto, a sinistra, corrono tra i 500 metri di ringhiera più socializzati al mondo, sfilano americani, coreani, francesi, russi, indiani, latini di ogni risma ed età. Alcuni impugnano tre bastoncini confondendo le funzioni relative, due per il trekking e uno per l’elevata regia dello scatto, c’è un clamore di ferretti sbattuti che nemmeno il Trono di Spade, diobono.
Le Barbie americane si alternano architettando dei veri mini-selfie-moovies come nel videoset di un making of, con annessa intervistina a cappella da parte dell’amica meno fica ma tuttempatia.
Come siamo al solito arretrati e provinciali noi pallidi italiani messi in gara, facciamo bastoncino altissimo e gruppi scultorei da 2 o 3, immobili, sorriso fesso da nuoto sincronizzato, come uno Stira&Ammira passato sulla bontà divina della famiglia tradizionale.
Le asiatiche invece, vestite come al carnevale di Guang-Zou, inscenano accenni di balletti flessuosi e due dita aperte sul sopracciglio come vuole il canone di Bollywood. Ecco, si rimane colpiti da questa gnappetta qui davanti, nemmeno troppo carina ma col tarlo della stralette, con la visiera di plastica per non strizzare gli occhi che smorfia se stessa e ancheggia a mò di figurina vintage come se già stesse collegata col clamore dei fan in rete.
Mentre la guardo un po’ ipnotizzato penso che oddio, Manarola è scomparsa da lì dietro, c’è rimasto solo un vago buco azzurro dove il controluce si proietta a razzo e spero davvero che le compatte Nikon riescano a reggere il pericoloso contrasto. E penso pure che alla starlette coreana saranno venuti giù una 50ina di scatti e un paio d’applausi brevi ma convinti del suo gruppo-crociera, nel frattempo.
Non so perchè ma tutto questo mi rende felice, riesco a cogliere tutto il professionismo di quest’orgia di enfasi personalizzate, l’imbarbiemento delle sguaiate americane, eternamente bionde e incise di eyeliner, la coatteria tutta asiatica di quelli con gli occhi a mandorla e le mosse di culo di Bollywood che hanno fatto cultura.
Come sono grigio io nelle mie reazioni antisociali, piuttosto, e com’è bello rimanere grigi, sottoesposti, in un mondo che sballa tutte le sfumature di colore e luce possibili, come fossero le opzioni automatiche che vanno di moda negli orribili programmi di scatto delle compatte Jap.