(Centrale Montemartini, 1919, sede distaccata dei Musei Capitolini, via Ostiense)
Si diventa stronzi facilmente a praticare le olimpiadi del quotidiano, lo si apprende nella solitudine delle prove cronometro in discesa sul Muro Torto per guadagnare cinque minuti di sonno a monte del giorno, lo si affina nel karate degli incroci senza vigile dove passa solo chi è più figlio di puttana, lo si esalta nel lancio degli improperi sul Raccordo che è una disciplina a perdere, ti dà la medaglia di un sollievo lì per lì ma poi ti resta addosso come un sentore di malato che sconterai più tardi, nella croce di una riunione rimandata. Penso anche solo al povero pendolare schiavo dell’IT che sono stato, uno di cui non frega mai niente a nessuno qui, trattato come un pacco postale ordinario che si può anche fottere nelle more del servizio, uno che deve in ogni caso dare l’anima (ovvero un mucchio di giorni di vita futura nelle statistiche) per attraversare la città in macchina tutti i santi giorni scontando il crimine dei lavori pubblici, e mi domando perchè non dovrebbe mettersi a ballare per strada, oggi, che il mostro olimpico s’allontana. Roma è un tesoro a cielo aperto, un’intelligenza imprenditoriale media, onesta, saprebbe fare cassa comune per dieci olimpiadi, altro che storie.
già… tutti noi ogni giorno superiamo record che vorremmo lasciarci volentieri alle spalle, e mentre chi dovrebbe organizzare al meglio la nostra quotidianità, non pensa alle fatiche della gente media (e dico media, per non dire altro), che dire di più se i pensieri vacillano intorno alle speculazioni…
Io invece ho un gran cerchio alla testa !
Resilienza civile è il tag 🙂 bentornato